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Uno dei messaggi principali che, a nostro avviso, corre lungo tutta la ricchissima produzione artistica di Verdi è racchiuso nelle parole di Nabucco ad Abigaille nella scena III del terzo atto dell'omonima opera: "Deh perdona, deh perdona". Il sovrano implora la figlia di perdonarlo per il male che le ha inflitto. Ma c'è di più. Verdi ci parla anche di un'altra tipologia di perdono, quello forse ancor più difficile da attuare, ma indispensabile: il perdono o l'accettazione di noi stessi. Infatti Violetta, nell'atto III scena quarta della "Traviata", pronuncia la stessa frase di Nabucco, ma rivolta a Dio, supplicandolo di perdonarla: "A lei deh perdona! Tu accoglila o Dio. Or tutto finì". Anche Riccardo, nella scena VII del secondo atto dell'"Oberto", la prima opera in assoluto di Verdi, pronuncia la stessa frase, stringendo in mano la spada bagnata del sangue di Oberto, Conte di san Bonifacio, padre di Leonora, la sua fidanzata abbandonata e tradita: "Ciel pietoso, ciel clemente, se pregarti ancor mi lice, Deh! Perdona a un infelice, tu mi salva per pietà. O rimorso! Del morente l'ombra ognor m'inseguirà". Riproduzione a richiesta.